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Bracciale in argento dorato con pasta di vetro antica birmana ispirato all'arte orafa etrusca
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€140.00
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Bracciale in argento dorato con pasta di vetro antica birmana ispirato all'arte orafa etrusca
Peso: 17,0 g
Misura: 18,5 cm
Bracciale creato utilizzando l'antica tecnica della granulazione, tecnica antichissima presente nell'oreficeria orientale, egizia e micenea del secondo millennio a.C.. Nella variante etrusca della tecnica della granulazione i grani hanno un diametro molto piccolo (circa 0,01 cm) e si trovano spesso disposti a formare motivi decorativi geometrici, come meandri, triangoli, cerchi ecc.
La tecnica della granulazione consiste nel creare delle piccole sfere in oro saldate poi su una lamina. Si suppone che le sfere in oro venissero ricavate ritagliando una sottile lamina in tanti piccoli quadratini, disposti poi in un crogiuolo e mescolati a polvere di carbone per evitare il contatto tra di essi. In seguito il crogiuolo veniva riscaldato fino al punto di fusione delle particelle d'oro che sciogliendosi formavano delle piccole sfere. Successivamente le sfere ottenute venivano disposte su una lamina e saldate tramite l'utilizzo di sale di rame mescolato a colla organica. Durante il riscaldamento la colla carbonizzava creando un ambiente riducente, nel quale il sale di rame si riduceva a rame metallico che, entrando in lega con l'oro, ne abbassava il punto di fusione.
Peso: 17,0 g
Misura: 18,5 cm
Bracciale creato utilizzando l'antica tecnica della granulazione, tecnica antichissima presente nell'oreficeria orientale, egizia e micenea del secondo millennio a.C.. Nella variante etrusca della tecnica della granulazione i grani hanno un diametro molto piccolo (circa 0,01 cm) e si trovano spesso disposti a formare motivi decorativi geometrici, come meandri, triangoli, cerchi ecc.
La tecnica della granulazione consiste nel creare delle piccole sfere in oro saldate poi su una lamina. Si suppone che le sfere in oro venissero ricavate ritagliando una sottile lamina in tanti piccoli quadratini, disposti poi in un crogiuolo e mescolati a polvere di carbone per evitare il contatto tra di essi. In seguito il crogiuolo veniva riscaldato fino al punto di fusione delle particelle d'oro che sciogliendosi formavano delle piccole sfere. Successivamente le sfere ottenute venivano disposte su una lamina e saldate tramite l'utilizzo di sale di rame mescolato a colla organica. Durante il riscaldamento la colla carbonizzava creando un ambiente riducente, nel quale il sale di rame si riduceva a rame metallico che, entrando in lega con l'oro, ne abbassava il punto di fusione.